La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza che potrebbe cambiare gli scenari per molti lavoratori in Europa. La decisione riguarda il riconoscimento dell’anzianità di servizio maturata durante contratti a tempo determinato, cosa che ad oggi poteva essere ignorata allorquando il lavoratore veniva assunto con un contratto a tempo indeterminato.
La sentenza è recentissima, del 19 settembre 2024, e farà sicuramente discutere non poco in quanto offre importanti chiarimenti sull’applicazione del principio della non discriminazione per i contratti a termine. La pronuncia , che si rifà e riprende la Direttiva 1999/70/CE, stabilisce che i periodi di lavoro svolti con contratto a termine devono essere considerati nel computo dell’anzianità di servizio e, conseguentemente, per determinare la retribuzione , quando il lavoratore passa ad un’assunzione a tempo indeterminato. Prosegue ancora la Corte UE affermando che escludere i periodi a tempo determinato costituisce una violazione del principio di non discriminazione sancito nell’accordo quadro europeo. La sentenza, sommariamente riassunta, avrà certamente un impatto significativo in tutta Europa in quanto crea un pesante precedente nella gestione dei contratti a termine. Non sarà più possibile, infatti, ignorare i periodi di lavoro a termine ai fini sia della retribuzione che di tutti quei benefici che sono strettamente collegati all’anzianità.