Sono 26 settimane di Cassa Integrazione ma con limiti sulla riduzione di orario, nel senso che non può essere a zero ore, ed accesso condizionato all’impegno a non ridurre i livelli occupazionali.
E’ utilizzabile solo dai datori di lavoro privati che abbiano registrato un calo di fatturato pari ad almeno il 50%, nel primo semestre 2021, rispetto all’analogo periodo del 2019 (precedente al COVID) ed è necessario stipulare un accordo a livello nazionale. Una cassa integrazione, quindi, molto limitata e mirata nonché volta ad incentivare la conservazione dei posti di lavoro.
Questo nuovo istituto è molto più simile al contratto di solidarietà in quanto non può essere a zero ore ed è finalizzata al mantenimento dei livelli occupazionali nella fase di ripresa delle attività ad orario normale.
Non intacca il monte ore CIG a disposizione delle imprese.
La riduzione d’orario non può essere superiore all’ 80% dell’orario giornaliero, settimanale o mensile dei lavoratori interessati dall’accordo collettivo.
La retribuzione è pari al 70% della somma spettante per le ore non lavorate, senza i massimali e non c’è il contributo addizionale. Questa particolare tipologia di cassa integrazione prevede la rimodulazione degli orari se intervengono temporanee esigenze di maggior lavoro con modalità da specificarsi con accordo collettivo.