Associazione Costruttori Edili della Provincia di Napoli



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Ripartire dal progetto Sirena

In Campania circa il 53% degli edifici residenziali ha più di 40 anni, in linea con la media nazionale. La quota sale al 59% in provincia di Napoli e raggiunge il livello eccezionale dell’80% nel capoluogo. In più, la maggior parte degli edifici andrebbe ristrutturata, non solo perché “datata”, ma perché costruita prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica.

Sono solo alcuni dei dati emersi nel convegno “L’architetto e il patrimonio costruito. Prevenzione _Restauro _ Rigenerazione”, promosso dall’Ordine degli Architetti e dall’Associazione Costruttori Edili di Napoli.

Secondo il Centro Studi Ance, inoltre, in Campania 488 comuni su 551 sono a “rischio sismico” 1 e 2 (rispettivamente molto e abbastanza elevato) secondo la Classificazione sismica della Protezione Civile 2015. Vale a dire che la Campania, con  l’89% dei comuni interessati, è in testa alla classifica nazionale del rischio sismico.

Al centro delle tre sessioni del convegno, a cura di Renata Picone e con la partecipazione, tra gli altri, di Bruno Discepolo e Marco Di Lello, scenari e prospettive sulla messa in sicurezza del patrimonio immobiliare su cui far convergere interventi legislativi, risorse adeguate e strumenti operativi che potrebbero partire dall’esempio di “Sirena”, il  progetto che dal 2002 al 2013 ha finanziato l’apertura di 200 cantieri per lavori di manutenzione edilizia e restauro, generando quasi 300 milioni di interventi.

“Il modello Sirena è stato vincente, ora si tratta di rimetterlo in campo quanto prima, a cominciare dal centro storico che costituisce lo scrigno dei valori identitari della nostra città” ha commentato il presidente dell’Acen, Francesco Tuccillo. “Bisogna anche operare sull’area orientale, quella occidentale e al riammagliamento del centro con la periferia cittadina”. Lo strumento, secondo Tuccillo, è quello dei “fondi comunitari e nazionali messi in campo dalle amministrazioni locali, anche con il finanziamento da parte di singoli condomini”. In tal senso potrebbe essere necessaria “l’obbligatorietà della diagnosi dell’edificio in funzione della tipologia costruttiva e dello stato di conservazione, fissando un congruo periodo per la messa in sicurezza degli edifici e prevedendo sanzioni in caso di inadempienza”.

“È quanto mai opportuna – ha aggiunto Pio Crispino, presidente dell’Ordine degli Architetti – soprattutto dopo il recente terremoto, una riflessione sulla rigenerazione sismica del patrimonio costruito, passando dalla pianificazione alla ricostruzione, alla prevenzione. Un esempio viene dal patrimonio vincolato del centro storico, spesso non a norma”. Il presidente ha anche parlato dell’istituzione del “registro del fabbricato” che darebbe la possibilità di “analizzare il costruito e pensare a una proposta di consolidamento.Serve, infatti, un grande piano di rigenerazione, che metta al centro la qualità del costruire e la sostenibilità ambientale, con risorse adeguate e procedure più snelle. Presenteremo – ha concluso Crispino – la proposta al sindaco e al presidente della Regione”.

Marco Ferra

Igino Carulli

Igino Carulli