Audizione ANCE sul Decreto PNRR: aspetti economico finanziari

In Commissione Bilancio l’Ance ha fatto rilevare una serie di questioni, soffermandosi sulla copertura finanziaria di talune opere stralciate dal Piano e gravanti su altri programmi di spesa, già destinati ad opere pubbliche

Lo scorso 14 marzo si è svolta l’Audizione Ance nell’ambito dell’esame del Decreto-legge n. 19 del 2024, recante ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del PNRR presso la Commissione Bilancio della Camera.

Il decreto PNRR si pone l’obiettivo di chiudere la fase di revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, iniziata circa un anno fa, e avviare la fase finale di attuazione del Piano, assicurandone la piena realizzazione entro il 2026, quantomeno per la parte finanziata con le risorse dell’Unione europea (Dispositivo per la ripresa e la resilienza, per un importo pari a 194,4 miliardi di euro).

Tale revisione, come noto, ha comportato l’adozione di nuove misure, contenute nel capitolo “RePowerEU” e la rimodulazione di più della metà degli investimenti del PNRR attraverso un aggiornamento dei rispettivi obiettivi e dotazioni finanziarie, oltre che l’uscita dal Piano di alcuni interventi per i quali erano state riscontrate criticità e per le quali si era in attesa di nuove fonti di finanziamento.

Tuttavia l’Ance ha fatto presente che le coperture individuate dal decreto per fare fronte a circa 15,5 miliardi di euro necessari per coprire il fabbisogno 2024-2029 derivante dalla revisione del PNRR e del Piano Nazionale Complementare (PNC), sono a carico, per almeno il 70%, di programmi di spesa destinati a opere pubbliche. Particolarmente risultano complessivamente drenate dal Fondo Sviluppo e Coesione per 6,7 miliardi a valere su diverse annualità, come temuto dall’inizio del processo di rimodulazione

L’Ance ha rilevato anche che la revisione del PNC introduce anche un meccanismo molto articolato per valutare periodicamente – ogni sei mesi – lo stato di attuazione del Piano Nazionale Complementare con l’obiettivo di liberare risorse degli investimenti in ritardo.