Si tratta di circa 19 miliardi di euro (da stima del Governo), già maturati, che se non pagati mettono a rischio 115.000 cantieri di ristrutturazione delle case delle famiglie italiane in corso in tutta Italia, oltre 32.000 imprese e 170.000 lavoratori, che raddoppiano se si considera l’indotto.
La soluzione prioritaria paventata da Ance e ABI, per far fronte al fenomeno, prevede di riconoscere, in via straordinaria e temporanea, la possibilità per le banche e Poste SpA di compensare le somme relative agli F24 della clientela con i crediti di imposta originatisi a seguito del sostenimento, nelle annualità 2021 e 2022, delle spese per gli interventi agevolati con i bonus edilizi, che imprese e contribuenti non sono riusciti ancora a cedere. A tutela dei contratti in corso, lo stesso meccanismo di compensazione dovrebbe essere previsto anche per i crediti d’imposta relativi ad interventi già avviati alla data del 17 febbraio 2023, secondo i criteri individuati dal DL 11/2023.
Il documento integrale di proposte presentato dall’Ance all’audizione dell’ANCE, in videoconferenza, presso la Commissione Finanze della Camera sul DL 11/2023 lo scorso 28 febbraio è disponibile presso gli uffici associativi.